Chi fu il committente della chiesa di San Leonardo sul Monte di San Moro in Lessinia nell’anno 1388?

  • Home
  • Chi fu il committente della chiesa di San Leonardo sul Monte di San Moro in Lessinia nell’anno 1388?

Chi fu il committente della chiesa di San Leonardo sul Monte di San Moro in Lessinia nell’anno 1388?

Nardo de Ser Gontio, un commerciante d’origine tedesca (cimbro) che viveva a Saline e diede il nome all’attuale contrada dei Nardari.

La Chiesa di San Leonardo sul Monte Castro, costruita nel 1388, è un importante santuario che sorge nel territorio della Lessinia, dedicato a San Leonardo di Limoges, noto taumaturgo e protettore dei prigionieri, fabbri, carrettieri, pellegrini, gestanti e animali. La chiesa è stata un luogo di pellegrinaggio lungo la via Vaccara (Cara), un’antica via di transito tra la pianura e la montagna, che univa la pianura veronese con le terre alpine e la Lessinia.

Nel Trecento, attorno al monte “Caro” o di San Moro, si insediarono comunità di origine tedesca (i “cimbri”), che portarono con sé il culto di San Leonardo. Precedentemente, la zona ospitava una chiesetta dedicata a San Moro, santo eremita che fu vescovo di Verona. Quando giunsero i teutonici, la chiesa fu ampliata, diventando un punto di riferimento per i devoti di San Leonardo. La chiesa venne di fatto ricostruita nel 1388 e dedicata a San Leonardo, sebbene la venerazione di San Moro non fosse abbandonata del tutto, come testimoniano gli altari e le tradizioni locali.

Nel Quattrocento, la devozione per San Leonardo si estese ulteriormente, e la chiesa divenne meta di pellegrinaggi, come confermano documenti e testamenti dell’epoca. Il culto di San Leonardo, molto radicato in Germania e nelle regioni alpine, si diffuse anche in Lessinia grazie agli immigrati teutonici.

Chi fu il committente di questa chiesa e dove abitava?

Sta scritto (ormai illeggibile) sopra l’architrave della porta d’ingresso. Accanto alla pittura vi sono due iscrizioni in carattere gotico, trascritte dal Cipolla, ancora quando erano leggibili. La prima indica l’anno di costruzione e il committente: MCCCLXXXVIII (1388), A NOMO DE DIO QUESTO EDEFICHO E DEPENTURE FATO FARO NARDO DE SER IGON… (mancano delle lettere, forse de seri Gonzo o ser Rigono, propendo per la prima ipotesi) PER TUTE QUELLE PERSONE (…)ENO QUESTO SANTO LOGO (…) PER RE(…) (…)E. (forse: “per tutte le persone che passano per questo santo luogo per la remissione dei peccati”). La seconda indica il maestro costruttore: QUESTO EL MAISTRO C(…)O. La scritta è in lingua italiana, con caratteri gotici. La lingua todesca è sempre stata una lingua orale, parlata in famiglia e tra i compaesani, mai una lingua scritta. Quando ci si rivolgeva ai signori della città e ai forestieri in genere, lo si faceva con la loro lingua. Il luogo era frequentato da gente proveniente anche da lontano e quella scritta doveva essere leggibile da tutti.

Il committente fu Nardo de Ser Gontio, un tale molto probabilmente di Saline. Viveva nella casa che diede il nome alla contrada Nàrdari (Nard-ar, figlio di Nardo). Di certo era un benestante di origine tedesca e, grazie al suo status, ha potuto finanziare l’opera. La chiesa fu costruita sotto la guida di un maestro costruttore, come indicato nelle iscrizioni della facciata. Nardo o Lehonard, era un personaggio influente di Saline e della Lessinia cimbra, noto per il suo legame con la comunità tedesca e la sua devozione a San Leonardo. Egli si arricchì grazie al commercio della lana con la città di Verona. La sua famiglia di origine germanica, molto probabilmente, giunse dalla Val Venosta, portando il culto di San Leonardo.

Ser Nardo compare anche in alcuni atti dei primi del Quattrocento a Saline, così come il nome di un tale ser Gonzo, quest’ultimo “de Marano”, altro tedesco di Maran/Merano nella Val Venosta. Erano entrambe persone di rilievo e benestanti, di origine germanica, tanto da meritarsi il titolo di “ser”. Il culto di San Leonardo era allora ben radicato in Val Venosta e in tutto l’Alto Adige, basti pensare alle chiese di San Leonardo a Laudes, in Val Passiria e a Males.

Nel corso del Quattrocento troviamo nei documenti gli eredi di questo Nardo. Nel 1445 Nicola, figlio del fu Nardo di Saline, fece testamento e lasciò alla nipote Domenica, figlia di suo figlio Michele (già defunto) e moglie di Giacomo di Tommaso di Roverè di Vello, 148 libbre di denari veronesi. Altre 178 libbre di denari veronesi furono donate all’altra nipote di nome Caterina. Alla chiesa di San Mauro donò un campo di terra prativa che si trova nella località “Castri”, sul monte di San Moro, confinante con Michele di Tommaso di Saline, con i diritti della chiesa di San Mauro, e con altre proprietà del testatore. Per Nardo, la dedicazione della chiesa a San Leonardo aveva anche un motivo personale: era il suo santo protettore in quanto Nardo è il diminutivo di Leonardo.

Nel corso dei secoli, la chiesa attraversò diverse vicissitudini, tra cui riparazioni, restauri e visite pastorali. Il vescovo Giberti la definì “pulcherrima” nel 1527, sottolineando la sua bellezza e la devozione dei fedeli che la frequentavano. Durante il periodo della Controriforma, la chiesa subì alcuni periodi di trascuratezza e decadenza, ma continuò ad essere un luogo di pellegrinaggio. La festa principale si celebrava il 21 settembre, giorno di San Matteo, anniversario della consacrazione della chiesa, con una tradizionale fiera che richiamava pellegrini e mercanti da tutta la regione. Durante le visite pastorali del Cinquecento e del Seicento, si verificarono lavori di restauro e manutenzione, mentre la chiesa era spesso descritta come un luogo che viveva grazie alle offerte dei fedeli.

La struttura della chiesa è in stile romanico, con influenze gotiche, ed è caratterizzata da una facciata irregolare con un campanile a base quadrata. L’interno ospita numerosi affreschi, tra cui una Madonna con Bambino e San Leonardo, attribuita alla scuola di Altichiero da Zevio. Gli affreschi raccontano la storia del culto di San Leonardo, ma anche di altri santi visti come protettori della comunità locale, come san Michele, santa Margherita e san Giovanni Battista.

Nel corso del tempo, la chiesa di San Leonardo continuò ad essere un simbolo di devozione e un punto di riferimento religioso ed economico per le comunità della Lessinia. La sua storia è strettamente legata al passaggio e alla presenza dei popoli germanici, che hanno lasciato una traccia indelebile nel patrimonio culturale e religioso di queste terre.

Per approfondimenti, vi invito a leggere il mio libro “ALLE ORIGINI DEGLI ANTICHI COMUNI DI SALINE, TAVERNOLE E CORNO”, Edizioni03.

Foto dall’alto in basso:                                                                                                                                                                                               

San Mauro di Saline, chiesa sul monte di San Moro.

Processione a San Moro

Affresco nella chiesa di San Moro che rappresenta la vista dall’alto verso la chiesa di Saline (metà XVI secolo)

Chiesa di San Leonardo, comunemente detta di San Moro.

Chiesa di San Leonardo. Foto anteriore alla piantagione della pineta ad opera della Forestale.

  • Share

Stefano Valdegamberi

Stefano Valdegamberi, nato a Tregnago il 6 maggio 1970. Dopo il diploma di Maturità Classica, si è laureato in Economia e Commercio. È conosciuto principalmente per la sua figura di politico-amministratore in quanto già sindaco di Badia Calavena, comune ove risiede con la moglie e i tre figli e, in seguito, Assessore e Consigliere della Regione Veneto. Fin dagli anni del liceo ha sempre coltivato la passione per la storia, la linguistica e la cultura locale. Tra i suoi lavori ricordiamo “I nomi raccontano la storia” (2015), “De decimis novalibus” (2018), “Alle origini degli antichi comuni di Saline, Tavernole e Corno” (2021), “Le origini del linguaggio” (2022). È cultore della lingua cimbra, il Taucias Gareida, un tedesco medievale parlato dai suoi antenati della montagna veronese e tuttora usato da pochissimi parlanti del borgo di Giazza (Ljetzan). Il suo ultimo lavoro “Castelvero, la storia millenaria di un feudo vescovile e dei suoi abitanti”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cav. Claudio Gasparini

DIRETTORE

Collaboratori

Claudia Farina

Cultura

Dott. essa Silvia Stefanini

In Salute

Stefano Valdegamberi

Turismo Lessinia

Maurizio Marogna

Turismo Baldo

Franco Visentini

Hobby&Arte

Paolo Forgia

Enogastronomia

Commenti