Leonardo Sini

Leonardo Sini

Giovane e talentoso direttore d’orchestra

Ha diretto al Teatro Filarmonico a Verona quattro rappresentazioni di Stiffelio

Il dramma lirico in tre atti di Giuseppe Verdi

Dopo aver assistito all’ultima applaudita direzione al Teatro Filarmonico a Verona di Stiffelio, opera di Verdi tra le meno conosciute ma fra le più appassionanti e moderne, ho incontrato Leonardo Sini per conoscerlo meglio.

Il Maestro è nato in Sardegna, a Sassari, dove ha studiato al Conservatorio. Intorno ai 20 anni si trasferisce a Londra per proseguire gli studi alla Royal Academy of Music dove consegue il diploma a 23 anni.

Come si è avvicinato alla musica

La musica è entrata nella mia vita prestissimo, attorno ai 6 o 7 anni, entrando nella banda del paese che, come in moltissime realtà italiane in particolare nel sud, partecipa a tutte le “cerimonie” istituzionali e religiose che si celebrano durante l’anno. La banda è composta da musicisti amatoriali nella maggioranza dei casi ed è il modo più “tradizionale” di avvicinare giovani e giovanissimi alla musica.

Al Conservatorio “Luigi Canepa” di Sassari ha conseguito il Diploma in Tromba. Perché ha scelto questo strumento

Non saprei rispondere alla domanda sul “perché” ho scelto la tromba. Quando si è bambini si viene spesso affascinati da un suono, dal colore di uno strumento, dalla sua forma…. Per questo mi piace sempre dire che forse è la tromba che ha scelto me.

Aver studiato uno strumento a fiato, che è probabilmente quello con una tecnica più simile a quella di “emissione” del canto umano, mi offre la possibilità di comprendere bene le necessità dei cantanti e la loro tecnica di proiezione del suono, emissione, appoggio e sostegno sul fiato. Questo è un piccolo ma importante aiuto nell’affrontare il lavoro di sala con loro.

Approda alla direzione d’orchestra, dove nasce questo desiderio

Durante i miei studi a Londra ebbi occasione di partecipare ad una lezione del Corso di Direzione d’Orchestra. Ne rimasi colpito e talmente affascinato che iniziai quasi a seguire più quelle lezioni che il mio corso di tromba. Da lì ho avuto la grande occasione di entrare nel Master del Conservatorio di Amsterdam che accetta due soli studenti per un biennio di alta formazione con le Orchestre di tutta l’Olanda. Furono anni di formazione molto importanti. Subito dopo, a 27 anni, iniziai a partecipare ad alcuni Concorsi Internazionali e vinsi quello di Budapest dedicato a Georg Solti; da lì iniziò tutto.

Cosa prova sul palcoscenico davanti agli orchestrali

Prima di tutto rispetto e il modo migliore che ho per dimostrare questo sentimento è cercare sempre di arrivare preparatissimo, lucido, chiaro e con l’intento di ottimizzare al massimo il tempo delle prove. Si deve provare il giusto tempo. Non meno per non fare un lavoro superficiale ma neanche più del necessario per non rendere il loro lavoro più finalizzato a placare le insicurezze di un direttore che al raggiungimento di una visione musicale.

Le Orchestre sono un organismo vivo, pulsante, fatto da molteplici sensibilità che bisogna sempre cercare di rispettare ed “armonizzare” e mai arrivare con la convinzione di “comandare”.

Quali autori predilige, quali opere in particolare e perché

L’Opera italiana dell’800 con i suoi incredibili capolavori; Verdi, Donizetti, Bellini, Puccini, Rossini sono certamente i compositori che si avvicinano più al mio Dna.

Mi complimento per la sua direzione di Stiffelio che ho avuto modo di vedere nell’ultima rappresentazione al Filarmonico a Verona. Una direzione composta, pacata ma energica ed incisiva. Ho notato un buon equilibrio tra gli orchestrali e le voci che hanno ricevuto una particolare attenzione, tra la “buca” ed il palcoscenico.

Prima di tutto grazie. Sono felice che lo Stiffelio abbia avuto dei riscontri così positivi. Con l’Orchestra ed il Coro dell’Arena di Verona abbiamo fatto un lavoro bellissimo e ci abbiamo messo tanto entusiasmo per una partitura di rara esecuzione che meriterebbe più spazio nei cartelloni internazionali.

Certamente, come in tutte le Opere che si affrontano, l’attenzione massima è rivolta al palcoscenico ed ai cantanti impegnati in ruoli particolarmente complessi.

Anche in questo caso, il ruolo del Direttore non credo si debba concretizzare in una visione “autoritaria” da seguire senza alcuna possibilità di dialogo o di compromesso.

Noi Direttori dobbiamo fare in modo da mettere gli Artisti nelle condizioni migliori per esprimere le loro qualità e, magari, nasconderne qualche piccolo difetto. È un lavoro rivolto al miglior risultato possibile per mettere ognuno a proprio agio e nella migliore predisposizione possibile.

Spesso in giro per il mondo. Cosa le pesa di più.

Chi fa questo mestiere sa che deve affrontare una vita da “nomade”. Cambiare sempre città, hotel, casa, viaggiare in continuazione, sono cose che dall’esterno possono sembrare affascinanti ma, alla lunga, possono diventare anche complesse da gestire.

Non mi lamento; sono fortunato e credo che il peso di non poter vivere in modo più “normale” o più stanziale sia parte dei sacrifici che, in realtà, ci sono in ogni professione.

Per fortuna ho sempre amato viaggiare, non mi sono mai fermato da quando avevo 20 anni e questa sensazione di “libertà” aiuta a non sentire il peso di una vita girovaga.

Se uno studente si rivolgesse a lei per un consiglio su come approcciare il suo mestiere, cosa consiglierebbe.

Suggerisco ai giovani Direttori di trovare le occasioni per mettersi in gioco ed in discussione.

La nostra professione è molto complicata. Non si hanno a disposizione le Orchestre per poter fare “pratica” e non sempre si riesce ad avere l’occasione di mostrarsi a qualcuno mentre si dirige.

Questo naturalmente implica che non è facile mostrare i propri pregi ma anche, e soprattutto, i propri limiti. E se non si riescono a mostrare i propri limiti sarà molto difficile ricevere i suggerimenti ed i consigli giusti per superarli. Quindi dico sempre loro di partecipare a Masterclass, partecipare a Concorsi, non tanto per inseguire un risultato, ma per ricevere feedback e valutazioni da chi è in Giuria, e studiare tanto, tantissimo.

Cosa prova quanto sente gli applausi del pubblico

Ricevere l’apprezzamento del pubblico è sempre gratificante. È l’ultimo gradino del percorso di costruzione di una produzione operistica o di un concerto. È l’ultimo ma il più importante perché è il risultato vero a cui tutti gli Artisti devono puntare nella costruzione di uno spettacolo. Il lavoro, dal primo all’ultimo giorno, lo svolgiamo per il pubblico. È il pubblico per cui trascorriamo ore e ore di prove in Teatro ad aggiustare quel suono o quel momento musicale. È il pubblico che deve ricevere il frutto del nostro lavoro. Non bisognerebbe mai dimenticarlo.

Lei è molto giovane con tanta strada davanti, come intende percorrerla

L’unica cosa che posso dire è che vorrei sempre affrontare la mia carriera con equilibrio e serenità.

Non vorrei trovarmi un giorno con la sensazione che i ritmi di questo lavoro, la carriera, lo stress che produce, abbiano intaccato la mia tranquillità e la mia gioia nel prendermi del tempo per vivere anche le altre cose che amo nella vita. La compagnia delle persone care, le mie passioni e la mia voglia di scoprire cose nuove. Questo è l’augurio che faccio a me stesso: Affrontare la vita, la musica e la carriera con equilibrio.

Leonardo Sini dopo aver vinto il Primo Premio Assoluto nel prestigioso Concorso Maestro Solti di Budapest, fa il suo debutto professionale nella Stagione 2019 al Teatro dell’Opera di Budapest con Le Villi e la Messa di Gloria di Puccini. Debutta nel Circuito di OperaLombardia (Como, Brescia, Bergamo, Pavia, Cremona) con La Sonnambula di Bellini; prosegue con l’inaugurazione del Teatro Petruzzelli dirigendo Un Ballo in Maschera di Verdi e con il debutto ne La Bohème di Puccini al Teatro Carlo Felice di Genova. Dirige La Traviata di Verdi al Maggio Musicale Fiorentino.           

 
Nella stagione 2021/22 fa il suo debutto al Bunka Kaikan di Tokyo dirigendo Falstaff di Verdi nello spettacolo di Laurent Pelly e alla guida della prestigiosa Tokyo Philharmonic Orchestra. Prosegue con L’Elisir d’amore di Donizetti al Opéra de Paris e dirige Edgar di Puccini all’Opera di Budapest. Al Teatro Municipale di Piacenza dirige un Gala Lirico Sinfonico. Alla Staatsoper di Amburgo dirige Lucia di Lammermoor di Donizetti, seguito da Aida di Verdi alla Deutsche Oper di Berlino e da Turandot di Puccini all’Opera Australia. Al Teatro Valli di Reggio Emilia ed al Teatro Comunale di Modena dirige Il Barbiere di Siviglia di Rossini, all’Opernhaus di Zurigo Rigoletto di Verdi e conclude la stagione con i verdiani Simon Boccanegra e Don Carlo all’Opera di Budapest.

La stagione 2022/23 si apre alla Staatsoper di Berlino con L’Elisir d’amore; proseguendo con il debutto alla Semperoper di Dresda, alla guida della Staatskapelle, con una nuova produzione di La Traviata. Dirige poi all’Opera Royal de Wallonie di Liegi Alzira di Verdi e torna alla Semperoper di Dresda e alla Deutsche Oper di Berlino con Aida. Successivamente dirige Adriana Lecouvreur di Cilea a Sydney; Il Trittico di Puccini alla Staatsoper di Amburgo e debutta alla Royal Opera House di Muscat dirigendo Così fan tutte di Mozart. Una nuova produzione de Il Trovatore segna il suo debutto alla Korea National Opera di Seoul, seguita da una serie di rappresentazioni de La Traviata all’Opera di Budapest.

Dirige per la prima volta all’Arena di Verona Carmen di Bizet in occasione del 101° Opera Festival 2024. Dal 27 ottobre al 3 novembre ha diretto con grande maestria al Teatro Filarmonico quattro rappresentazioni del dramma lirico in tre atti di Giuseppe Verdi, Stiffelio.

Foto: ©Laila-Pozzo

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Direttore Claudio Gasparini

Giornalista, iscritto all'O.d.G. Veneto dal 1988, collaboro anche con altre testate giornalistiche cartacee, on-line e radiofoniche. Coautore del libro "Eccomi... una storia d'amore con Dio" pubblicato nel 2015. Cavaliere della Repubblica e dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Socio Lions, Officer e coordinatore della rivista distrettuale.

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